Che scrivere nel primo post?Mah!!!In realtà ho voluto fare il blog per sfogare un poco il mio disappunto per tante cose che sto sentendo e vivendo di questi tempi, cose che riguardano il nostro paese e il mondo che ci circonda.Ora che ahimè mi sto scontrando con il durissimo mondo del lavoro dove si trovano ostacoli per sviluppare qualunque iniziativa, dove quando fai qualche lavoro è un miracolo se riesci a farti pagare (GRAZIE al comune di Pabillonis, non mi hanno ancora pagato per il lavoro del Gennaio-Giugno 2006, sei mesi di durissimo lavoro per ora fatto GRATIS), dove se vuoi tirare su un'attività, a meno che non faccia Berlusconi di cognome, trovi le banche nella tua strada che se per sbaglio dovessi riuscire a farti concedere un prestito ti succhiano il sangue e rosicchiano le ossa , dove tutti gli enti pubblici fanno a gara per farti perdere la voglia e l'entusiasmo...Insomma non è certo un buon periodo storico per la nostra cara Italia e figuriamoci per la Sardegna; sono convinto che non serva a nulla piangersi addosso e dirsi quanto siamo sciagurati, sono giovane e lotterò con tutte le mie forze per non rinunciare ai miei sogni e alle mie ambizioni.
Buona birra a tutti :)
P.S. basta che non sia ichnusa...
P.P.S. Commentate i miei post che altrimenti sono triste ahahahaaha
domenica 18 novembre 2007
Primo post
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6 commenti:
concordo pienamente! maledizione... ma siamo giovani e toghi e ce la faremo! mò mi aggiungo questo blog tra i preferiti, sembri un ragazzo in gamba... :)
Grande Mysa dai che spacchiamo tutto;)
Ma va' Marco su ... pensa alla Topa e alla Birra!!!! :)
P.S. sai come la penso in proposito ... ;)
oppure pensa alla birra fatta con la topa:http://liberoblog.libero.it/mondo/bl1586.phtml
Hey Marco, come primo post non c'e' proprio nulla da dire... crudo e duro, quasi come la realta' sa essere.
Mi fai riflettere sulle mie scelte di vita. Come sai ho preso la decisione di lasciare la Sardegna piu' di qualche anno fa e ho lasciato il nostro paese e l'Europa a partire da quest'anno. Sono "in esilio". Scrivo volutamente la parola "esilio" perche' questa non e' del tutto una scelta ma penso che sia stata dettata dal modo in cui nel nostro paese e' valutata la ricerca e i docenti di professione.
E' vero, ora sono un ricercatore americano, anzi un professore americano!! Si', sono uno di quelli di cui si legge sui giornali quando capita di andare a curiosare sulle notizie scientifiche o di economia; "Ricercatori americani sostengono..." (balle, di solito... e grosse!!!). L'altro giorno ho letto di un collega, qua alla University of Wisconsin, che ha fatto una sensazionale scoperta che pare porti alla sostituzione delle cellule staminali embrionali nella ricerca, vanificando anni di dibattiti sulla eticita' o meno sull'uso degli embrioni umani. Mentre leggevo mi veniva in mente la nostra italietta, sempre preoccupata che la forma sia preservata a discapito della sostanza. Cosi', nella forma, le nostre universita' offrono programmi didattici avanzati e all'avanguardia in rari casi. Ci si vanta della tradizione e del lustro dei nostri atenei quando, nella realta', le istituzioni cadono letteralmente a pezzi, non c'e' nessuno che si possa chiamare "ricercatore", l'eta' media dei docenti e' cosi' elevata che non ci sono paragoni in nessun altro posto sulla faccia della terra e l'attrattivita' dei nostri "brillanti" atenei e', per uno studioso straniero, limitata solo alle belle arti, cioe' alle cose del passato. In altri termini, il nostro paese, allo stato attuale, non ha futuro.
Questi sono esempi accademici ma penso che purtroppo anche gli altri ambienti di lavoro in Italia siano semplicemente specchio di quanto accade nelle universita'. Quante volte ho lavorato gratuitamente? Ho spesso corretto compiti, svolto lezioni e seminari, scritto articoli e capitoli di libri, rapporti di ricerca, compilato domande per la richiesta di fondi, ecc. al posto di qualcuno pagato dall'universita' e dallo Stato italiano per farlo. In parte, bisogna riconoscerlo, ho imparato molto grazie anche a queste esperienze ma a pensarci ora mi chiedo come sia stato possibile. Come e' possibile che noi tolleriamo che il nostro sistema si basi sul lavoro volontario e gratuito? Vale a dire, sullo sfruttamento delle intelligenze e delle competenze altrui? Non e' forse questo che anche il Comune di Pabillonis ha fatto?
Ignoranza, incompetenza e grossolanita' con un pizzico di creativita' (che sempre ci distingue) sono il marchio di fabbrica del nostro paese. Un esempio? Il mondo politico. Non ricordo piu' dove ho letto questo ma ricordiamoci sempre che i politici non possono essere "meglio" dei cittadini che rappresentano. Dunque i nostri politici sono mediocri (vedi sopra per la definizione) esattamente come, nella media, noi siamo mediocri cittadini. Triste? Sconfortante? Beh, provate a dimostrare il contrario!
Penso che tu, Marco, e ciascuno di noi nell'esperienza quotidiana in Italia si sia scontrato con quella che possiamo chiamare l'insensatezza della forma. Ora che sperimento come vanno le cose negli U.S.A. mi rendo conto di quante assurdita' siamo costretti a sopportare in Italia. Ahime', la responsabilita' e' tutta nostra. Mia, in primo luogo, che ho preferito scappare altrove per non affrontare una realta' dura e mortificante.
E invece, probabilmente hai ragione tu Marco. Forse bisogna rimanere incollati alla propria terra per non lasciarla devastare fino in fondo.
Spero di imparare molte cose qua negli States e spero di poterle mettere al servizio del nostro paese, in un futuro che purtroppo non riesco ad immaginare come prossimo. Magari, perche' no, ritornare sulla nostra isolaccia. Una cosa e' certa, non dobbiamo ne' possiamo abbandonare il campo. Si tratta forse di una scelta morale e di responsabilita' prima ancora che di campo.
Il mio sito e' quello della vecchia universita'. Non ho un blog e non penso di aprirlo, mentre apriro' di sicuro un nuovo sito Made in U.S.A.
Ciao e buona birra a tutti!!!
P.S. Ti ho annoiato, scusa... ma quando prende la verve.... prende!!
Annoiato no di certo,purtroppo hai ragione in tutto quello che hai scritto...E' giusto che una persona non muoia di fame e che riesca a fare il lavoro che gli piace senza dover avere a che fare con baroni vari e ostacoli inutili,mi pare che tu abbia provato a lungo a resistere a questo sistema e che ad un certo punto abbia fatto bene a scegliere la soluzione migliore per te...Se poi quando sarai un BIG vorrai tornare nell'isoletta di certo non ci dispiace.Ciauuuu;)
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